Categorie
Consigli Legali

La data nel testamento olografo

Abstract

Il testamento olografo non richiede particolari formalità. Occorre però prestare attenzione a tre requisiti: deve essere scritto integralmente a mano dal testatore; deve essere sottoscritto e deve essere datato. In questo articolo parleremo della data: come va correttamente scritta e le conseguenze della sua omissione o incompletezza.

Premessa

Il testamento olografo è quel tipo di testamento scritto tutto di pugno dal suo testatore.

Non richiede particolari forme solenni, però non devono esserci dubbi sulla sua autenticità e genuinità.

Per questo, ai fini della sua validità, il testatore lo dovrà interamente manoscrivere, datare e sottoscrivere.

In questo articolo mi concentrerò sulla data, che è un elemento che talora rischia di sfuggire al testatore, magari più concentrato ad esprimere le sue ultime volontà.

Cosa si intende per data e qual è la sua funzione

La data serve per stabilire esattamente il giorno, il mese e l’anno di redazione del testamento.

E’ un elemento essenziale per due ragioni:

  • in presenza di più testamenti, consente di stabilire quale sia l’ultimo e quindi quello da considerarsi efficace in quanto corrispondente alle ultime volontà del testatore;
  • in caso di dubbi sulla capacità di intendere e di volere del testatore, consente di stabilire se al momento della redazione del testamento, il suo autore fosse capace o meno.

Come si scrive la data

La data, per disposizione di legge (art. 602 c.c.), va scritta riportando il giorno, il mese e l’anno di redazione del testamento.

E’ valida anche una diversa indicazione della data purché sia equipollente a quella prevista dalla legge.

Ad esempio, se il testatore scrive il giorno del mio 65° compleanno, Natale 2019, Pasqua 2020, si può ricavare precisamente il giorno, il mese e l’anno di redazione del testamento e la disposizione di legge si considera soddisfatta.

La data, inoltre, può essere anche riportata in modo incompleto senza viziare il testamento, purché la sua integrazione possa avvenire attraverso il contenuto delle disposizioni testamentarie.

Dove si scrive la data 

Per la validità del testamento, l’importante è che la data sia scritta sulla scheda testamentaria.

A discrezione del testatore, può essere scritta all’inizio o alla fine delle disposizioni testamentarie, prima o dopo la sottoscrizione del testatore. 

Se il testamento si compone di più fogli non è necessario che sia riportata su ognuno di essi.  

Quando la data si considera mancante o non validamente apposta

La data si considera mancante sicuramente quando non è stata apposta sulla scheda testamentaria e non è ricavabile dalla lettura delle disposizioni testamentarie. 

Se la data è stata apposta solo sulla busta contenente il testamento e non su quest’ultimo, si considera non apposta.

La data cancellata, anche se leggibile sotto la cancellatura, si considera mancante.

E’ da considerarsi incompleta la data che non riporti l’esatta indicazione del giorno, del mese e dell’anno (es. settembre 2018, 07 novembre) e non sia possibile ricavare il dato mancante dalle disposizioni testamentarie.

Ricordiamoci che la possibilità di ricavare la data di redazione del testamento da elementi esterni ed estranei a quest’ultimo, non consente di sopperire alla carenza o incompletezza della data e quindi di far salve le volontà del testatore.

E’ vero che sul punto dottrina e giurisprudenza hanno seguito anche orientamenti meno rigorosi, tuttavia è bene essere prudenti ed evitare di esporsi a contestazioni sulla data: il rischio sarebbe infatti l’impossibilità di dare esecuzione al testamento.

Quindi, ad esempio, se il testatore, non riportasse la data sul testamento ma tra le sue disposizione scrivesse: “lascio a mio figlio i quadri che mi sono pervenuti in seguito alla morte di mio padre, deceduto 20 giorni fa”, sarebbe certamente possibile stabilire la data ma solo facendo riferimento a elementi estranei al testamento (identificazione del padre del testatore e i suoi dati anagrafici) e ciò lo invaliderebbe.

La mancanza della data e l’invalidità del testamento

La Corte di Cassazione con ordinanza n. 9364/2020 della Sesta Sezione Civile – 2 del 31/10/2019 e depositata il 21/05/2020 ha reso interessanti chiarimenti circa le conseguenze della mancata apposizione della data sul testamento.

L’omessa o incompleta indicazione della data comporta l’annullabilità del testamento olografo.

Con la pronuncia dell’annullamento, cioè, vengono meno gli effetti del testamento, con effetto retroattivo perché l’inefficacia risale al momento della apertura della successione.

Per cui se il testamento annullato, ad esempio, conteneva la nomina di un erede o un legato, queste disposizioni diverranno inefficaci e ciò a vantaggio degli eredi successibili per legge. 

E’ come se il testamento non fosse mai esistito: qualsiasi effetto prodotto dal testamento tra l’apertura della successione e il suo annullamento viene meno.

Viceversa, gli eventuali atti dispositivi compiuti nelle more dell’annullamento da colui che diventerà erede legittimo una volta intervenuto l’annullamento, debbono considerarsi validi ancorché, nel momento in cui sono stati posti in essere, l’erede non era ancora legittimato a porli in essere.     

L’annullabilità può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse nel termine di 5 anni decorrenti dalla data in cui le disposizioni testamentarie hanno avuto esecuzione.

Decorsi quindi i 5 anni, il testamento, ancorché viziato con riferimento alla data, non potrà essere più impugnato e i suoi effetti, a favore degli eredi testamentari ed a scapito di quelli legittimi, si cristallizzeranno.